Un articolo sul natural running mi suggerisce lo spunto per una riflessione sulla transizione;
Questo pezzo oltre a nn apportare novità significative al dibattito, consiglia di affrontare il passaggio incominciando su terreni morbidi o addirittura la sabbia, cosa che dal mio punto di vista è assolutamente sconsigliata per due motivi fondamentali.
Durante il periodo di adattamento i muscoli e i tendini della caviglia nn sono ancora addestrati a sopportare nuovi angoli e maggiori carichi di lavoro, la presenza di sconnessioni e terreni morbidi possono affaticare questa struttura, mettendoci a rischio di lussazione.
Grande attenzione dobbiamo prestare anche al tendine di achille, normalmente dimenticato e calpestato nel nome della nike, questo grande tendine, viene sollecitato a nuova vita e, complice l'aumentata potenza di tiro del gastrocnemio, è ad elevato rischio di infiammazione, la sabbia, i terreni morbidi e gli avvallamenti erbosi sovraccaricano di lavoro il tendine, imponendogli un aumentata flessibilità.
Da ultimo, abbiamo avvilito, chi per 20 chi per 30 e chi, come me, per 40 anni, il nostro apparto ammortizzante costituito dal polpaccio e dall'articolazione della caviglia, abbiamo dimenticato che i nostri piedi posseggono muscoli in grado di sorreggerci autonomamente, abbiamo relegato ad un ruolo di secondo piano una delle articolazioni più importanti.
Concediamo quindi i necessari tempi di adattamento al nostro corpo, distinguiamo gli infortuni dagli accomodamenti virtuosi ma a volte dolorosi, immaginiamo il nostro organismo come una macchina vitale che si rompe e ricompone mille volte per migliorarsi, i tendini recupereranno la loro elasticità, le ossa si frattureranno per saldarsi ancora più forti, i muscoli urleranno tutto il loro piacere;
Ritroverete la vera essenza dell'uomo, da 4 milioni di anni ad oggi.
http://unitedhealthkent.com/2013/01/the-barefoot-running-debate/
Questo pezzo oltre a nn apportare novità significative al dibattito, consiglia di affrontare il passaggio incominciando su terreni morbidi o addirittura la sabbia, cosa che dal mio punto di vista è assolutamente sconsigliata per due motivi fondamentali.
Durante il periodo di adattamento i muscoli e i tendini della caviglia nn sono ancora addestrati a sopportare nuovi angoli e maggiori carichi di lavoro, la presenza di sconnessioni e terreni morbidi possono affaticare questa struttura, mettendoci a rischio di lussazione.
Grande attenzione dobbiamo prestare anche al tendine di achille, normalmente dimenticato e calpestato nel nome della nike, questo grande tendine, viene sollecitato a nuova vita e, complice l'aumentata potenza di tiro del gastrocnemio, è ad elevato rischio di infiammazione, la sabbia, i terreni morbidi e gli avvallamenti erbosi sovraccaricano di lavoro il tendine, imponendogli un aumentata flessibilità.
Da ultimo, abbiamo avvilito, chi per 20 chi per 30 e chi, come me, per 40 anni, il nostro apparto ammortizzante costituito dal polpaccio e dall'articolazione della caviglia, abbiamo dimenticato che i nostri piedi posseggono muscoli in grado di sorreggerci autonomamente, abbiamo relegato ad un ruolo di secondo piano una delle articolazioni più importanti.
Concediamo quindi i necessari tempi di adattamento al nostro corpo, distinguiamo gli infortuni dagli accomodamenti virtuosi ma a volte dolorosi, immaginiamo il nostro organismo come una macchina vitale che si rompe e ricompone mille volte per migliorarsi, i tendini recupereranno la loro elasticità, le ossa si frattureranno per saldarsi ancora più forti, i muscoli urleranno tutto il loro piacere;
Ritroverete la vera essenza dell'uomo, da 4 milioni di anni ad oggi.
http://unitedhealthkent.com/2013/01/the-barefoot-running-debate/